Bepi Vigna: «L’idea era di provare a raccontare, in maniera ironica e anche un po’ perfida, una certa gioventù contemporanea, quella più superficiale, che veste griffato e trova i suoi modelli di riferimento nei personaggi della televisione.
Il titolo “Bollicine”, allude a quelle della Coca Cola cantata da Vasco Rossi: in fondo il nostro intento era quello di creare una striscia che fosse frizzante come le bibite che consumano i nostri personaggi, ritratti spesso seduti al tavolino del bar».
«Credo che Stefania abbia fatto un lavoro grafico notevole, inventandosi uno stile che è una mediazione perfetta tra il segno di certi manga giapponesi e quello del fumetto umoristico occidentale.
Scorrendo le vignette si può cogliere una certa evoluzione del tratto, che diventa via via più maturo e raffinato.
Dal canto mio ho cercato di privilegiare sempre le battute immediate, dove il segno avesse spesso un’importanza decisiva per la creazione dell’effetto umoristico».
«Per finire, uno sguardo dietro le quinte della realizzazione tecnica di una striscia di Bollicine.
Una volta stabilito con Bepi il testo di una striscia, io provvedo a realizzarne una bozza a matita.
Intorno alla striscia centrale si notano diversi schizzi più piccoli e molto pasticciati, in cui generalmente provo diverse soluzioni d’inquadratura, di postura dei personaggi e di montaggio delle vignette: quando trovo quella che mi soddisfa, la ridisegno più dettagliatamente nella striscia più grande.

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